Pagina (180/282)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ed ella: - Lasciami, lasciami andare, te ne scongiuro. Oh destino mio infelice! - Il re la lusinga tuttavia, e la rattiene afferrandole la fimbria del mantello. Ed ella: - Figlio di Puru, serba, deh! serba la tua ragione. - Qui ha luogo una scena di galanterie, di sospiri, di oneste repulse, di desidèri, d'astuzie amorose, ma decenti, ecc. ecc.; e tutto finisce con un bacio che l'amante furtivamente stampa sulle labbra all'amata. Sopravviene in quel mezzo Guatámi, la matrona guardiana di Sacontala. La fanciulla, intimorita, prega l'amante a nascondersi. Egli obbedisce. Il giorno cade. Guatámi persuade a Sacontala di ritirarsi alla capanna; e la fanciulla, docile all'invito, tiene dietro ai passi della matrona; ma il cuore le piange di doversi separare dall'amante.
      L'atto ha termine con un soliloquio di Dushmanta, il quale, riandando i momenti passati, si duole d'essere stato troppo timido, ed intanto si pasce delle dolci memorie(44) che in lui destano il sasso su cui sedeva Sacontala, i rami del vetasas che formavano come una pergola sul capo di lei, la foglia di ninfea ch'ella teneva nelle mani, ecc. ecc. ecc.
     
     
     
      ATTO IV
     
      Pianura innanzi alla capanna.
      ANUSUYA e PRIYAMVADA vanno cogliendo fiori.
     
      ANUSUYA. O Priyamvada! È vero, l'amica nostra è felice: s'è maritata, è vero, secondo i riti de' gandharvas(45) ad uno sposo pari a lei per dignitá e per meriti. Eppure il cuor mio non è senza angustie per amore di Sacontala, e mi tormenta un dubbio...
      PRIYAMVADA. E che dubbio è il tuo, Anusuya?


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Scritti critici e letterari
di Giovanni Berchet
Laterza Bari
1912 pagine 282

   





Puru Guatámi Sacontala Sacontala Dushmanta Sacontala Priyamvada Sacontala Anusuya Guatámi