Pagina (187/282)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Tu sotto il manto della religione e della virtù altro non sei che un vile ingannatore. Somigli ad un abisso profondo, il cui orlo è coperto da ridenti arboscelli.
      DUSHMANTA... O giovinetta, a tutti è noto il cuore di Dushmanta; e qual sia il tuo, lo palesano i tuoi modi presenti.
      SACONTALA, con ironia . A voi tutti, o monarchi, bisogna prestar cieca fede sempre. Voi siete i savi; voi sapete appieno qual rispetto si debba alla virtù ed alla razza umana. Per quanto modeste, per quanto virtuose sieno le donne, nulla sanno esse, nulla dicono mai di vero. In buon punto sono io qui venuta a cercare l'oggetto degli amori miei. In buon punto la mano d'un principe strinse la mia. Col miele delle sue parole la stirpe di Puru vinceva la mia confidenza; ed intanto il suo cuore celava il pugnale che doveva trafiggermi.
      La povera Sacontala non ha ancor finito di dire, che, copertosi il volto, dà in uno scoppio di pianto(50).
      Persiste il re nel ricusare di accogliere siccome sposa Sacontala. I bramini dichiarano che Sacontala è moglie di lui secondo la legge, che il ripudiarla o 'l ritenerla sta in poter suo, che la podestá del marito è senza limiti, e che però eglino abbandonano a lui la donna, e se ne ritornano al bosco sacro.
      SACONTALA. Questo perfido m'ha ingannata; e voi pure, amici miei, voi pure mi abbandonerete? E siegue supplichevole i bramini che partono.
      UNO DE' BRAMINI. Donna! tu vedi quali sieno i delitti di tuo marito; brami tu d'esser libera? Sacontala s'arretra inorridita e trema.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Scritti critici e letterari
di Giovanni Berchet
Laterza Bari
1912 pagine 282

   





Dushmanta Puru Sacontala Sacontala Sacontala Sacontala