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      .. Ma, se ci è lecito il chiederlo, perché mai il re proibisce la solita festività?
      IL CIAMBERLANO. E non sapete dunque dell'infausta perdita di Sacontala?
      UNA DELLE ANCELLE. Sí, sappiamo;... e dell'anello inoltre venuto in mano del re.
      IL CIAMBERLANO. Poco adunque mi resta a dirvi. Quando al rimirare la propria gemma tornò la memoria al re, egli die' subito in questo grido: - Sí, l'incomparabile Sacontala è sposa mia legittima; ed io ero al tutto fuori di senno allorché la ributtai. - E mostrò segni evidenti d'estremo cordoglio e di pentimento. Da quell'istante i piaceri della vita gli sono in odio; la mente sua è stravolta; non dice parola che non sia un delirio; chiama col nome di Sacontala qualsiasi donna gli venga innanzi; e per lo piú siede vergognoso, col capo sulle ginocchia.
      Entra Dushmanta vestito a penitenza. Ogni parola sua è l'emanazione del dolore. I circostanti s'industriano di sviarlo dal suo pensiero affannoso. Non giova: egli non dá ascolto; par che abbia in animo d'imprendere un lungo viaggio. Voltosi poscia all'amico suo: - O Madavuya - gli dice, - quando persone accusate di gravi delitti mettono in chiaro tutta la loro innocenza, mira di che modo sono puniti i loro accusatori! Una frenesia m'aveva tolto la memoria...: quell'anello fatale me l'ha restituita. Vedi con che lagrime di pentimento piango la perdita della diletta mia, che rifiutai senza ragione! Vedimi fatto gramo e oppresso dall'ambascia! Eppure la bella stagione è questa della primavera, che col suo ritorno riempie tutti i cuori altrui di gioconditá: tutti, ma non il mio.


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Scritti critici e letterari
di Giovanni Berchet
Laterza Bari
1912 pagine 282

   





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