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      Se, per servire al nostro autore, ci è d'uopo non tener conto per ora del teatro spagnuolo, gli amici della letteratura universale sapranno ampiamente rifarsi di questo e d'altri nostri silenzi, ricorrendo, fra molti libri, a quello del signor Sismondi sulla Littérature du midi de l'Europe; libro che, per isciagura della buona critica, trova d'ordinario i suoi piú aspri censori in coloro che non lo hanno mai letto. Nel tessere il nostro lavoro noi ricorreremo ad esso meno che a qualunque altro, e non per altra ragione se non perché ne sembra di non dovere occupare il breve spazio del nostro giornale con cose ricavate da un libro che può facilmente consultarsi da chicchessia.
      Ma, prima di por mano al Quadro storico, a cui preghiamo cortese la pazienza de' nostri buoni lettori, siamo costretti dall'ostinazione di certi garriti pseudo-letterari a ripetere solennemente una dichiarazione, che sotto cento forme diverse abbiamo giá ricantata le cento volte nel nostro giornale. Eccola; ed affinché sia intesa anche dagli spazzini della repubblica letteraria, eccola una buona volta in lettere maiuscole:
     
      COL RACCOMANDARE LA LETTURA DI POESIE COMUNQUE STRANIERE, NON INTENDIAMO MAI DI SUGGERIRNE AI POETI D'ITALIA L'IMITAZIONE. VOGLIAMO BENSÍ CHE ESSE SERVANO A DILATARE I CONFINI DELLA LORO CRITICA.
     
      Se non faranno effetto le lettere maiuscole, non ci resterá altro partito che di tentare le cubitali... E le tenteremo: a estremi mali estremi rimedi. Per ora, basti cosí; e la pace sia con tutti.


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Scritti critici e letterari
di Giovanni Berchet
Laterza Bari
1912 pagine 282

   





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