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      La democrazia del Locke e l'assolutismo dell'Hobbes si associano nel Rousseau e produrranno, durante la rivoluzione fattiva, il giacobinismo.
      Qualcuno potrà osservare che il Rousseau repubblicano considera la «democrazia» come il governo in cui la massa del popolo gestisce direttamente gli affari comuni; il Rousseau liberale-moderato afferma che la democrazia non si può adattare che ai piccoli Stati, la cui struttura è simile a quella degli Stati dell'antichità. Ma questa osservazione non ha valore critico, considerato che il federalismo è decentratore e autonomista per eccellenza.
      Il governo, secondo il Rousseau, dev'essere il mandatario e l'esecutore della volontà generale e solo a questo patto è legittimo; «donde segue che i depositari del potere esecutivo non sono i padroni del popolo ma i suoi funzionari, che il popolo può istituirli e destituirli quando crede, che per essi non può essere questione di trattare col popolo ma di ubbidire».
     
      Quali furono gli aspetti originali dell'autodemocrazia?
      L'autodemocrazia nacque in opposizione al parlamentarismo, come risulta da quanto nel XIX secolo scriveva il Rittinghausen, invocando e proponendo un nuovo sistema rappresentativo: «Come volete che il cittadino divenuto legislatore, vale a dire privilegiato, non si getti a testa bassa nel partito dei privilegiati, dei monopoli e per conseguenza delle reazioni, poiché il monopolio e il privilegio non possono vivere che riducendo all'impotenza e al silenzio completo tutti coloro che essi espropriano, sia anche questo silenzio quello della prigione o quello della tomba».


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Umanesimo e anarchismo
di Camillo Berneri
pagine 88

   





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