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      E in un'altra opera, Débacle de la politique en France, Considerant si leva contro «i saltimbanchi ed equilibristi della politica».
      Il colpo di Stato bonapartista arrestò questo simpatico movimento.
      Più tardi Leverdays riprese la tesi con due opere: Le assemblee parlanti e L'organizzazione della repubblica; ma egli predicò al deserto.
      Molti anni sono passati dal tempo in cui la democrazia aveva nel suo seno tendenze sì vaste e innovatrici, e il parlamento è stato giudicato e condannato non solo da una élite cosciente, bensì dalle masse popolari. La scandalosa incompetenza, la facilità a lasciarsi corrompere, l'arrivismo dei rappresentanti del popolo hanno screditato il parlamento e il parlamentarismo, e se non si può trovare rimedio ai tanti mali prodotti dall'attuale sistema rappresentativo nelle innovazioni proposte dagli odierni fautori della democrazia diretta, si deve prendere in considerazione il loro programma. Considerevole, ad esempio, è il programma compilato da un gruppo di democratici francesi, capitanati da Hermitte, le cui linee principali sono racchiuse in queste parole: «Non si tratta certo, sotto il Regime Direttivo, di mettere tutti quanti al timone. Per la buona esecuzione della manovra e il mantenimento dell'ordine sulla nave, il timone sarà sempre lasciato al capitano responsabile, ma i viaggiatori, che non sono né del bestiame né della mercanzia, conservano il diritto di dire dove e come vogliono andare».
      Ciascuno al suo posto e ciascuno competente: ecco quanto vuole l'autodemocrazia di questo gruppo democratico.


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Umanesimo e anarchismo
di Camillo Berneri
pagine 88

   





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