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      Eppure il problema si riaffaccerà domani, non essendo necessariamente legato al capitalismo. Domani sarà il sindacato dei minatori della lignite il parassita di un nuovo ordine economico.
      Sul terreno economico, gli anarchici sono possibilisti. Sono proletari evoluti e coscienti, ma proletari. Sul terreno politico e genericamente sociale sono intransigenti al 100%.
      L'enorme maggioranza della popolazione di un Comune lascerebbe ai socialisti o ai comunisti o ai repubblicani formare la propria guardia municipale per via dell'idea «una guardia ci vuole». Gli anarchici danno l'assalto al municipio? Ammazzano tutte le guardie? Ammazzano i consiglieri comunali? No, perché questa esuberante combattività, quando il popolo non li segue o non li trascina, non l'hanno mostrata quando era il caso di mostrarla. Gli anarchici brontolerebbero contro la guardia civica e il Comune autoritario. Io dico: gli anarchici debbono sostenere la formazione elettiva della guardia civica e proporre altri sistemi di controllo, per impedire che quella diventi un organo di dominio politico e di privilegio sociale. E molti anarchici mi danno del legalitario! Ma soluzioni diverse non ne danno.
      Il problema della nostra tattica rivoluzionaria e post-rivoluzionaria è male basato e peggio sviluppato. Socialmente siamo imprigionati nel dualismo proletariato-borghesia, mentre il proletariato tipico è minoranza ed è fiacco e disorientato, e vi sono vari ceti intermedi, ben più importanti e combattivi. Non ne abbiamo tenuto conto, noi rivoluzionari, e abbiamo avuto il fascismo.


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Umanesimo e anarchismo
di Camillo Berneri
pagine 88

   





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