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      Non voglio dire che vi sia dolo. Vi è capillarità.
      Tra l'800 e il '900, come fasi salienti e individuabili dell'evoluzione del pensiero socialista, vi è il '700. La critica anarchica dell'800 si riallaccia al secolo precedente, per quegli elementi ideologici e per quegli atteggiamenti spirituali che hanno creato il clima filosofico del '900 giellista.
      Quello che vi è di morto nella tradizione attuale dell'anarchismo non sono che i residui del materialismo socialista e del razionalismo borghese, residui che nel '900 marxista fanno da cemento a costruzioni da noi scalzate da circa cinquant'anni. Le analogie tra voi e noi sono molto più profonde, come genesi delle formazioni culturali nostra e vostra, di quello che credete. A differenziarci è, più che altro, nel campo culturale, il fatto che l'elaborazione novecentesca è in casa vostra più diffusa, mentre in casa nostra è circoscritta ai così detti intellettuali. Lo scientifismo libertario, residuo del determinismo materialista e del positivismo kropotkiniano, è stato criticato per decenni da Malatesta. L'ateismo e l'anarchismo, oltre che dissociati praticamente dall'esistenza di movimenti anarchici cristiani (Dokubors, federazione anarco-cristiana olandese, ecc.) lo sono dai più giovani anarchici colti (Luce Fabbri, ad esempio), che preferiscono all'ateismo razionalista l'agnosticismo positivista.
      La convergenza del liberismo e del collettivismo, già formulata da Proudhon e da Tucker, è stata elaborata in rapporto alla piccola proprietà sia dalla stampa anarchica italiana (nel 1919 e 1920) sia da quella spagnola e da quella bulgara.


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Umanesimo e anarchismo
di Camillo Berneri
pagine 88

   





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