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      E Fabbri mi diceva, un giorno: «È necessario che noi, vecchi, moriamo perché l'anarchismo possa rinnovarsi». L'anarchismo è più che mai fermentato da impulsi novatori, e alla propaganda generica, tradizionalista, prevalentemente dottrinaria sta subentrando ovunque un problemismo... salveminiano precursore e nuncio di programmi aderenti a questa e a quella situazione rivoluzionaria. A rallentare tale processo evolutivo ha fortemente contribuito il fatto che il movimento anarchico è stato gravemente colpito dal crollo del liberalismo là dove esso contava maggiori forze numeriche e culturali: come in Argentina, nel Brasile, in Spagna, in Italia ecc. La repressione reazionaria ha fucilato Landauer e strangolato Mühsam in Germania, ha strangolato Josugi in Giappone, ha fucilato o deportato tutti gli esponenti dell'anarchismo russo, ha distrutto le case editrici e le riviste in quasi tutti i paesi del mondo, ha reso la vita difficile a quasi tutti i propagandisti e a quasi tutti gli studiosi di parte nostra. Gli anarchici non hanno potuto profittare dei lunghi periodi di calma che hanno conosciuti i partiti socialisti legalitari. Hanno dovuto, in ogni parte del mondo, costruire sulle sabbie mobili di una situazione permanentemente negativa a sviluppi culturali metodici. Si aggiunga che quasi tutti gli intellettuali dell'anarchismo sono stati e sono militanti rivoluzionari: qualità che porta con sé, oltre ai periodi di forzata inattività culturale, lo sperpero di tempo e di energie.


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Umanesimo e anarchismo
di Camillo Berneri
pagine 88

   





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