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      Contro le mire egemoniche e le manovre oblique del P.S.U.C. noi dobbiamo instancabilmente ed energicamente affermare l'utilità della libera concorrenza politica in seno agli organismi sindacali e l'assoluta necessità dell'unità di azione antifascista. Bisogna evitare i toni zoccolanti, le prediche francescane. Bisogna dire ben alto che chiunque insulta e calunnia il P.O.U.M. e ne chiede la soppressione è un sabotatore della lotta antifascista che non va tollerato.
      Questa nostra presa di posizione, oltre che aderire alle necessità della grave ora e rispondere allo spirito dell'anarchismo, costituisce la migliore profilassi contro la dittatura controrivoluzionaria che vieppiù si profila nel programma di restaurazione democratica del P.S.U.C. e nella disgiunzione tra rivoluzione e guerra di alcuni rivoluzionari miopi e disorientati.
      Discorso in morte di Antonio Gramsci(11)
     
      Lavoratori! Compagni!
      Antonio Gramsci è morto, dopo undici anni di carcere, in una clinica, guardato a vista dai poliziotti e negato alla famiglia fino negli spasimi dell'agonia. Mussolini è un tiranno che ha buon fiuto per individuare i nemici più temibili: e tra questi egli teme le intelligenze solide e i caratteri inflessibili. Mussolini colpisce alla testa le opposizioni: scagliando la Ceka del Viminale contro Matteotti, facendo linciare dagli squadristi Amendola, rendendo la vita impossibile a Gobetti, gettando in carcere Riccardo Bauer, Ernesto Rossi e altri intellettuali di prim'ordine. Mussolini ha voluto la morte di Gramsci.


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Umanesimo e anarchismo
di Camillo Berneri
pagine 88

   





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