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      L'emancipata si compiacerà dei molti corteggiatori irretiti nel giuoco degli sguardi magnetici e dei dialoghi avviluppanti, ma quando amerà, comincerà a soffrire della gelosia, e ritornerà donna. Quando amerà, vorrà l'illusione di essere unica per l'amato, di darsi per sempre e non per un giorno, o per un mese. Ma ci sono anche le femministe che meritano il titolo di: donne del terzo sesso.
      Esse sono cerebrali, e parlano a nome delle donne tutte, riducendo il problema dell'emancipazione della donna alla proclamazione dei diritti del letto. Fra queste vi è donna Paola, che nel suo Io e il mio lettore(1), scrive: «Un tempo, la donna non pensava ad invocar diritti nelle faccende della sua alcova. Oggi, non le bastano quelli che ella invoca, riferentesi alla sua vita sociale; ma son precisamente i diritti che si riferiscono alla sua vita sessuale, quelli che l'assillano di più». Il lato sessuale della questione femminile è importante, ma un problema sessuale a sè non esiste per l'uomo e tanto meno per la donna. Donna Paola è la femminista che parla pro domo sua, che vorrebbe peccare senza lo impaccio del giudizio, cioè dei pregiudizi del suo mondo. Infatti, in un'altro punto del libro essa dice: «Puritana, io!? Ma io l'adoro il peccato, e dichiaro che senza lo spasimo del suo dolcissimo fascino la vita non varrebbe un centesimo bucato. Il peccato!... Ma sapete voi che l'inferno è fatto del rammarico di tutti i peccati, che non si sono commessi; di tutte le occasioni di peccare, che si sono lasciate perdere, stupidamente, come se la giovinezza fosse eterna e la vita immortale». E, all'interlocutore che domanda: — Perchè vi siete scagliata tanto contro la immoralità del nostro tempo?


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L'emancipazione della donna.
Considerazioni di un anarchico
di Camillo Berneri
pagine 60

   





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