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      — Donna Paola risponde: «Signor mio; se può piacervi, io posso dimostrarvi che sono disposta ad essere più immorale della società». Qui ci vorrebbero i puntini, come in certi romanzi. Ma sarebbero una malignità, che Donna Paola, se l'interlocutore l'avesse presa alla lettera, lo avrebbe messo alla porta. Una signora intellettuale, per rivendicare i diritti dell'alcova, va per le lunghe. Scrive perfino un libro di alcune centinaia di pagine, fonda un giornale, partecipa a venti congressi femministi.
      Per molte femministe si può dire che la questione dell'emancipazione della donna è una questione di temperamento. Esempio classico quello della Sand che, volubile in amore quanto insaziabile, giunse a sostenere che ciò che costituisce l'adulterio femminile non è la ora che la donna concede all'amante, ma la notte che ella passa in seguito nelle braccia del marito. Cosa vera, psicologicamente parlando, ma vile, poichè la libertà nella frode è cosa che solo alle letterate romantico-decadenti può parere esaltabile.
      Se vi sono donne che pensano con la parte più femminile del loro corpo, vi sono uomini che pensano con l'organo corrispondente. I paradossi pitigrilleschi non sono al di sopra delle scritte sulle latrine universitarie. È un andazzo di molti scrittori l'esagerare la corruzione odierna per porre in soffitta, come anacronismi romantici e pedanterie moraliste, quei criteri valutativi e quei principii pratici che vorrebbero riportare la femmina alla donna. Tra costoro vi è Mario Mariani, che posa a «Marat della letteratura» ammanendo porcherie e sciocchezze di questo genere: «la donna completamente fedele non è una donna; è una capra impastoiata, è una cagna al guinzaglio.


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L'emancipazione della donna.
Considerazioni di un anarchico
di Camillo Berneri
pagine 60

   





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