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      Copenhagen, possiede già una casa con 25 alloggi distinti e una cucina comune. I pasti vengono distribuiti, per mezzo di ascensori in ognuna delle abitazioni.
      Se diventassero comuni l'uso dei tanti apparecchi che facilitano le occupazioni donnesche, la casalinga potrebbe dedicare parte del suo tempo all'educazione dei bimbi, alla propria istruzione, agli svaghi. Volendo, od avendo necessità, potrebbe anche dedicare parte del largo margine di tempo e di energie lasciato dalle occupazioni domestiche, a qualche lavoro. E questo specialmente potrebbe essere piacevole o necessario per le nubili. Quanto alle mogli, madri, o no, il lavoro domestico sarebbe sufficiente contributo all'economia sociale e familiare. Il lavoro domestico della donna non viene abbastanza apprezzato. Ogni spesa personale della moglie viene fatta col denaro del marito, che non sempre è contento, sì che essa deve fare frequenti rinunce e si sente spesso umiliata. La moglie del contadino, che fa risparmiare migliaia di lire, molte volte non dispone di una lira.
      Il lavoro domestico è specialmente preferibile a quello extra familiare per le madri, ma perchè possa conciliarsi con le necessità economiche della famiglia operaia e possa permettere alla madre l'intero adempimento della sua mansione è necessario che i lavoratori conquistino la possibilità di mantenere nel benessere la propria famiglia. Come l'uomo crede suo obbligo mantenere i vecchi genitori, così deve considerare come suo obbligo, quindi come suo diritto, assicurare alla moglie le cure domestiche e ai figli le cure della madre.


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L'emancipazione della donna.
Considerazioni di un anarchico
di Camillo Berneri
pagine 60