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      L'emancipata che ha la via dell'emancipazione asfaltata e l'automobile per giunta, che ha dei cuscini pronti per ogni caduta, che ha da mangiare, da dormire e da vestire quanto e come vuole, non mi interessa.
      Quella che m'interessa, è la ragazza che va maestra in un paesucolo di montagna dove si sentirà sola, con la nostalgia della casa e il malessere dei tanti forzati adattamenti, la ragazza che va all'officina a sfiorire e a perdere un po' della sua onestà, se non tutta.
      E non mi interessa la zitella che, tramontata l'età degli amanti, ha i gatti da ingrassare con tazze di latte e biscottini, che ha romanzi francesi da leggere o orfani da proteggere, adunanze di società teosofiche e di protezione degli animali o di difesa della morale da frequentare. Mi interessa la zitella che non ha trovato l'uomo o non s'è adattata al maschio, che invecchia senza poter essere certa di morire in casa sua, che lavora fino all'esaurimento perchè il salario, o lo stipendio, non basta.
      E la moglie che mi interessa non è quella che si consola delle delusioni datale dal marito con l'amante, ma quella che, volendo esser sincera affronta la vita, col peso dei figli e l'incognita dell'avvenire.
      E non è la famiglia ricca ed aristocratica che va a rotoli quella che mi impressiona, ma la famiglia operaia che lascia i bimbi a giocare nella strada, perchè i genitori sono all'officina; che vive in una miseria che rallenta, e talvolta spezza, quei legami affettivi che soltanto possono assicurare una certa tranquillità: che viene spezzata dalla tragedia; che si smembra nell'officina prima, e poi nel carcere, nel manicomio, nell'ospedale, nel postribolo.


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L'emancipazione della donna.
Considerazioni di un anarchico
di Camillo Berneri
pagine 60