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      Nel qual caso, che mai diranno di noi? Diranno che questo secolo è stato di tutti il più infelice, perché i secoli barbari e rusticani almen ebbero qualche virtù, o militare o civile, di zelo patrio, di veracità, di valore e di costanza, e che i colti ed illuminati ebbero l’arti, l’urbanità, i comodi ed i piaceri; ma che questo nostro, troppo gentile per godere i vantaggi della rozza semplicità e troppo ozioso per gustar i pregi dell’ingegno e dello studio, non ne ha avuto nessuno; e sarà colpa sol delle donne, perché sapranno che hanno regnato, e che noi siamo stati unicamente occupati a servirle, a sedurle, dopo averle educate per questo unicamente.
      Or io voglio che sappiano i nostri nipoti esser voi stata tra noi, e forse due o tre altre donne simili a voi, nel secolo nostro infelice. Sapran per tanto che qualche donna ha vissuto tra noi non sempre assediata, benché amabile e vezzosa, da’ giovani donzelletti e profumati; ma che sapeva distinguere tra un vero amico ed un cascante zerbino, né misurava il merito delle persone dall’elegante capigliatura e dalla freschezza degli anni. E, quello che più lor dee far maraviglia, sapranno che i miseri, i litiganti, gli oppressi ed ogni genere di sventurati, aveano l’adito aperto alla protezion vostra, ed era questo il corteggio più assiduo dintorno a voi, talché foste veduta talora lasciare il tavoliere e la toletta per ascoltare un miserabile, con grave scandalo della compagnia più brillante. E di qua ne derivava quell’altro, di trattare umanamente la vostra gente persin di livrea, come se fosse della medesima specie vostra.


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Lettere Virgiliane - Lettere Inglesi e Mia Vita Letteraria
di Saverio Bettinelli
1758 pagine 205