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      Vogliamo forestieri tra noi e li trattiamo come nemici. Noi siamo aspri e un po’ feroci, le nostre donne timide e dolci. E così dite di cento contraddizioni, che son tra noi, e troppo a lungo andrei numerandole. Volete voi il nostro ritratto? Leggete i nostri libri, ove noi stessi ci dipingiamo, andate al nostro teatro, ove rappresentiamo noi stessi. Quella è l’immagine di tutti noi la più somigliante, e vale a dire «gran pregi e gran difetti». Niente è mediocre. Leggete massimamente i nostri romanzi inglesi, dei quali provvediamo tutta l’Europa, vi troverete questo contrasto di oppostissime qualità. Avventure sublimi e stravaganti, gran pensieri e frivoli bisticci, passioni eccelse e discorsi insipidi, scene di tenerissimo cuore e di furor sanguinario, grandi bellezze infine e grandi mostruosità. Il nostro carattere produce questi romanzi, e questi, poi, rinforzano il nostro carattere. Quindi è che han tanta voga tra noi, e tutte le case, l’età, i sessi, avidamente gli leggono, e principalmente nell’ozio della nostra vita solitaria e di campagna, ove sì volentieri viviamo, piacendone di star soli, nodrendo colla meditazione l’umor nero, e fuggendo gli uomini, che noi non possiamo soffrire perché appunto somigliano a noi.
      Il quadro che vi presento mi par che non sia tinto dell’amor nazionale, e più di buon grado ve l’offro. Udrete i nostri inglesi dispregiar tutte le nazioni e stimare la propria solamente, ma credetemi pure che in cuor loro senton lo stesso, benché non osino confessarlo.


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Lettere Virgiliane - Lettere Inglesi e Mia Vita Letteraria
di Saverio Bettinelli
1758 pagine 205

   





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