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      E questa io penso che la ragione sia del vedersene tanti fuor d’Inghilterra, e per tutta l’Europa, non solo viaggiatori, ma fissati per molti anni; cioè la noia in che vien loro la patria, quando ne hanno provato tutti i difetti e gl’incomodi sopraddetti. Ma qui troverete un’altra strana contraddizione, che portano seco anche fuor di paese, ed è quella bizzarra usanza del vivere insieme tra inglesi in mezzo alle altre nazioni, come se uscissero d’Inghilterra non per vivere con gli altri popoli affin di conoscergli e d’istruirsi, ma per godere la compagnia degl’inglesi, onde vien, poi, che tanti nostri giovani tornano a casa, dopo aver fatto il giro di Francia, d’Italia, di Germania, istrutti a maraviglia delle vicende, degli amori, de’ caratteri de’ loro compatrioti, e niente delle leggi, de’ costumi, delle arti degli altri popoli. Il maggior profitto che traggono dai lor viaggi, è il portar seco qualche quadro o qualche statua, che pagaron dieci volte più che non valeva, l’avere un catalogo dei nomi e dei pregi delle virtuose alle quali lasciarono dei bei regali, saper storpiare qualche arietta di musica, e ricordarsi per sempre di qualche tavoliere, ove lasciarono qualche somma di zecchini, e qualche amicizia, ove lasciarono il resto. Fuor di ciò, vissero sempre cogl’inglesi, e voi li vedete sempre insieme, e in compagnia persino di letto e di tavola, per assicurarsi bene di niente apprendere dagli altri popoli, che disprezzano e metton tra loro in ridicolo, ma vanno a cercare, nulla di meno, con lunghi viaggi e spese esorbitanti.


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Lettere Virgiliane - Lettere Inglesi e Mia Vita Letteraria
di Saverio Bettinelli
1758 pagine 205

   





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