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      Lo spirito bellicoso non lascia mai passar l’occasione di battersi, e chi non pensa a suo modo è suo nemico. Scherzi pure e fugga le offese, e sia disinvolto uno scrittore, non vale. Gli sono addosso tutti i settari d’un’opinione, tutti i seguaci d’un autore, e la cosa si prende in sul serio, e s’impugnano l’armi più affilate, e si viene all’ingiurie più sanguinose. Per un sonetto di nozze o di monaca, si dichiara la guerra, si cita ai tribunali, alla corte di common pleas(36). Filippiche, satire, catilinarie, tutto serve a combattere. Si cerca la nascita di quel galantuomo, si esamina l’albero suo genealogico, ed è tutta la sua parentela, con gli antenati ancora, involta nel suo processo. La sua patria, la sua professione, il suo abito, tutto diventa colpevole. Io ho raccolti senza volerlo dei volumi in tal genere, sol così, passando per le città, e ricevendo i regali dai letterati belligeranti. Un libretto mi fu donato, non so più dove, come leggiadro assai e graziosamente scritto sopra l’interpretazione d’una medaglia, e l’argomento più forte contro l’autore della contraria interpretazione era il motteggiarlo perché era guercio. Un altro scrittore sopra una cura medica faceva gran riflessi sul nome del medico suo antagonista, che era Bartolommeo, il qual seppi in Italia suonar male. E quell’argomento tanto adoprato contro il marchese Maffei e contro il suo libro dell’impiego del denaro, che ve ne pare? Il suo gran fallo si era che avea la disgrazia di portar cappello e spada, e non avea l’onore di portar cappuccio o cocolla, senza di che non è possibile di trattar degnamente e capire certe materie.


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Lettere Virgiliane - Lettere Inglesi e Mia Vita Letteraria
di Saverio Bettinelli
1758 pagine 205

   





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