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      Se non avessi altra cosa imparato dai miei viaggi, almen questa verità m’è stata impressa, di preferire la pace e la tranquillità della vita a tutta la gloria dell’ingegno. — Qui mi citò un testo d’Orazio. — Or tra i miei compatrioti italiani questa tranquillità non può ottenersi se non col viver lontano dalle brighe letterarie, da tutto ciò che può ferire i pregiudizi nazionali, e, sopra tutto, dal mostrar di sapere un poco più degli altri e far loro sospettare che siano in qualche errore. Questo è un delitto che tra noi non perdonasi, talché, quando uno ritorna in Italia dopo aver fatto acquisto di cognizioni con molta spesa, il miglior frutto che dee cavarne si è di tenerle nascoste, poiché trova la nazione già in armi e in sospetto; il che, a chi vien da Parigi, da Londra, da Berlino, vedete quanto sia pericoloso e difficile insieme. Ma così vuol farsi da chi non mette(45) rumores ante salutem, come quel saggio presso di M. Tullio. E così far dovettero l’abate Conti, il marchese Maffei, il marchese Niccolini e tanti altri, e guai, mi dicevano essi, a chi non fa così. Il Maffei, tra gli altri, ebbe a pentirsene più d’una volta, e mi citava se stesso per esempio troppo evidente e troppo funesto. Ecco, però, perché io, non potendo, per una parte, rinunziare alla passione dello studio, e, per l’altra, temendone le conseguenze, ho pubblicato sinora delle operette di vari argomenti bensì, ma tutti indifferenti e piuttosto stranieri, e certamente lontani dalle discordie italiane o almen fuori del lor distretto.


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Lettere Virgiliane - Lettere Inglesi e Mia Vita Letteraria
di Saverio Bettinelli
1758 pagine 205

   





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