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      Infatti non leggonsi omai più versi, e, se vogliam credere a Mr. de Fontenelle, tra cento anni non se ne faran più. Non più se ne faranno, quando lo spirito filosofico ci avrà renduti più delicati e meno sensibili, quando la nostra prosa ancor rozza e grossolana sarà ripurgata, e, per mezzo di quel che noi diciam poesia, diverrà meno languida e più armoniosa e più robusta, meno soggetta all’uniformità dei modi e alla regolarità dei passaggi».
      Mandate, vi prego, in una lettera circolare questo recipe a tutti i vostri italiani malati dell’epidemia della lingua e della letteratura francese. Son difficili da guarirsi, è vero, ma almen che conoscano il male.
      In tanto, voi mi tratterete come un Attila della poesia bernesca, a quel che vado immaginando. Veggo anch’io che la mia critica è, forse, troppo generale, e avvolge in un fascio l’abuso e l’essenza d’una poesia fondata su l’autorità e su i princìpi d’un’intera nazione ch’io stimo assaissimo. Ma voi siete assai discreto, e bene intendete che non è mia intenzione rassomigliare quegli americani di Montesquieu(129), che tagliano l’albero per coglierne i frutti con manco d’incomodo. Addio.
     
      MIA VITA LETTERARIA A RISPARMIO DI FATICA PER CHI VOLESSE SCRIVERNE GIACCHÉ ANCOR DE' MEDIOCRI AUTORI SI VUOL DAR CONTO AL PUBLICO
     
      Nacqui a' 18 luglio 1718 d'egregj genitori in Mantova, ove fui alle scuole de' Gesuiti fanciullo per mia fortuna sino al 1731 ché passai al lor Collegio di S. Luigi in Bologna l'ottobre; e rimasi cinque anni sotto la disciplina d'ottimi maestri sino a compir la filosofia.


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Lettere Virgiliane - Lettere Inglesi e Mia Vita Letteraria
di Saverio Bettinelli
1758 pagine 205

   





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