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      Sì, il cielo benedica il suo amore, sotto la cui influenza egli fu inspirato a così bella opera di carità.
     
      FINE.
     
     
     
     
      IL GENTILUOMO MENDICOREMINISCENZA DI UN VIAGGIO
     
      Lungo un mio viaggetto pedestre nel Tirolo italiano m'incontrai al di sopra di Rovereto in un giovane artista, che viaggiava egli pure colla vettura di San Francesco. Due individui presso a poco della medesima età, che hanno entrambi una valigia dietro le spalle ed un bastone in mano, che portano una blouse ed un berretto, e che vanno per la medesima strada, sono obbligati di salutarsi e di entrare in discorso, giusta le leggi dell'attrazione umana e della fratellanza universale. Queste leggi si fanno sentire principalmente nella solitudine delle montagne, lungo i cammini disastrosi, vicino ai burroni e alle cascate d'acque, e più ancora dove non si vedono che nibbi e falchi svolazzanti, da una roccia all'altra, e capre pascolanti sulle aeree punte dei precipizi. Bisogna dunque assolutamente che i due individui così ravvicinati dal caso si facciano dei complimenti, e si chiamino fortunati di camminare in compagnia, a meno che uno di essi, o tutti due, non siano ceffi paurosi, o misantropi selvaggi. Nè l'uno nè l'altro di noi si trovava in queste condizioni antipatiche, e perciò fu subito aperta la conversazione, e dato luogo alle debite confidenze. Egli si dilettava di dipingere paesaggi, e peregrinava per copiare le bellezze della natura montuosa. Io aveva la smania di fare un erbolajo, e andava errando per raccogliere ciò che mi pareva nuovo o raro nel regno della vegetazione tirolese.


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Tre racconti sentimentali
di Paolo Bettoni
Borroni e Scotti Milano
1855 pagine 106

   





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