Pagina (42/106)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Colui che dava vita al violino era il sarto del villaggio; l'animatore del contrabasso era il sacristano della parrocchia, due genj sorprendenti, due personaggi meravigliosi che sapevano unire i talenti pių disparati. Voi che ridete, trovatemi voi due uomini che trattano gli strumenti di Sivori e di Bottesini colla stessa disinvoltura con cui tirano l'ago e accendono le candele. Noi pigliammo parte al divertimento con una lena straordinaria in chi si č arrampicato tutto il giorno su pei monti. Ma la gioventų non sente fatica quando si tratta di ballare. Quell'idea di stringere la mano ad una fanciulla, di allacciarla mediocramente ai fianchi, di condurla in giro, e di specchiarsi nel suo visetto, č un potente rimedio contro ogni stanchezza. Ma qui non erano visetti pallidi e delicati che miravamo, nč personcine smilze e fragili che cingevamo, come succede nei balli sontuosi e profumati delle cittā. Erano pezzi di fanciulle rigogliose e massiccie, coi volti parte brunotti e parte impastati di rosa e latte, cogli occhi neri scintillanti, piene tutte di floridezza e di vigore, tipi insomma della bellezza alpigiana. Questo era per noi un'attraente novitā, che aggiunta alla fortuna di lasciar vedovo per molte ore il nostro letto ci rendeva al sommo contenti. Noi ballammo lungamente e con tutte quelle care napee, compresa la bella sposa, che non faceva smorfie nč ritrosėe vere o affettate, ma che palesava una schietta letizia, velata alquanto dalle sue commozioni misteriose, e dal contegno pudibondo di chi č fanciulla per l'ultimo giorno.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Tre racconti sentimentali
di Paolo Bettoni
Borroni e Scotti Milano
1855 pagine 106

   





Sivori Bottesini