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      Nondimeno io provai un piacere ed una soddisfazione che probabilmente non avrei provato nel supposto caso del carbonajo. Sono io perciò degno di biasimo?
      No, galantuomo. Giacchè confessate l'eguaglianza degli uomini, e le vostre disposizioni a soccorrere tanto il grande come il piccolo, io non vedo alcun male nella parzialità delle vostre compiacenze. Sapendo di aver salvato un conte, vi brillò nella mente la speranza di un premio, e la lusinga che il mondo avrebbe parlato con lode della vostra azione, la quale ove si fosse trattato di un carbonajo, sarebbe rimasta senza ricompensa, e quasi ignorata. La ricompensa di una buona azione sta nel pensiero d'averla operata, come dicono quelli che praticano la morale, e quelli che la predicano soltanto, in ciò siamo d'accordo; ma anche una ricompensa materiale non è da disprezzarsi, e l'idea di ottenerla ci fa essere contenti. insomma voi avete sentito secondo la natura umana, che, riguardo al nostro amor proprio e al nostro interesse, ci parla assai vivamente.
      Così è infatti. Egli pare che vostra signoria mi veda nell'animo, e sa spiegare la cosa come farebbe un libro stampato. Il giorno seguente io mi presento al castello di Belvedere, dove il conte m'accoglie con molte dimostrazioni di benevolenza, mi regala una somma di danaro, e vuole assolutamente che vada a star sempre con lui. Io gli espongo le mie difficoltà di acconsentire all'ultimo articolo. Il rinunciare alla libertà e all'abitudine di girare le selve per fare la vita del servitore, e sia pure del servitore favorito, era una risoluzione che non mi piaceva gran fatto.


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Tre racconti sentimentali
di Paolo Bettoni
Borroni e Scotti Milano
1855 pagine 106

   





Belvedere