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      Se la mia condotta è biasimevole, un vero amico può raddrizzarla co' suoi consigli e col suo esempio, ma un falso amico, di traviato che io era, mi rende tristo e mi rovina del tutto. Veda la gioventù a quali estremi conduce una vita principiata e proseguita nell'ozio e nell'ignoranza, una vita senza freno e dedita non altro che ai sensuali piaceri. Veda la miseria, i mali, il disprezzo e l'abbandono che aspettano l'uomo vizioso. I nobili sopra tutto imparino a vivere saviamente ed esemplarmente, perchè hanno maggiori obblighi degli altri, e perchè la voce dell'onore deve farsi sentire in essi più vivamente. Un nobile che calpesta la sua dignità e quella de' suoi antenati, che s'ingolfa nel fango dei vizj, e si riduce infine mendico, mi pare una mostruosità, il colmo dell'abbiezione umana. Ecco, signore, che ho terminato di moralizzare e insieme di aggiustare l'altra sua scarpa.
      Maestro Giacomo diede a tutte due una politura colla spazzola, come si pratica dai calzolaj per coronar l'opera di un rattoppamento qualunque. Io le calzai, e mi parve di essere ingrandito di un pollice, tanto le suole erano grosse e favorevoli al mio innalzamento. La racconciatura, come ho detto, era mal fatta, ma il prezzo fu discretissimo e degno del lavoro. Non avvenne come all'osteria, dove si mangiò e si ebbe ricovero pessimamente, e si pagò in ragione inversa del trattamento. Infilate le braccia nelle cinghie della valigia, ed il bastone nel fagotto delle erbe, salutai maestro Giacomo, e andai a raggiungere il mio compagno.


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Tre racconti sentimentali
di Paolo Bettoni
Borroni e Scotti Milano
1855 pagine 106

   





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