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      Ecco l'avventura. Un giorno si affacciò ad una finestra della casa dirimpetto una giovinetta sedicenne di figura veramente angelica. Faustino vide dalla sua finestra quel miracolo di bellezza, e rimase estatico a contemplarlo. Un solo minuto durò la contemplazione, poichè la giovinetta, accortasi della presenza e degli sguardi di lui, si ritirò confusa e colorata del più amabile rossore. Ma quel solo minuto valse a commoverlo tutto quanto, e a stampargli nell'anima l'immagine di lei. Il sentimento che provò era affatto nuovo, e nullamente paragonabile a quello provato per le altre donne. Ogni giorno si appostava dietro le persiane socchiuse, spiando le sue apparizioni, che già succedevano con qualche frequenza, perchè essa pure era rimasta colpita dalla vista del giovane avvenente. Quando con un libro od un lavoro femminile in mano si presentava alla finestra e rimaneva delusa nel suo desío e sconfortata, Faustino era là nascosto a bearsi dei biondi capegli, dei vaghi occhi cerulei, e delle dolci e virginali sembianze di lei, comprimendo a fatica i battiti violenti del cuore. Egli non avrebbe mai voluto possederla al modo delle altre donne; da questa idea abborriva come dal più nefando sacrilegio. Vagheggiarla come cosa santa, starle da vicino per udire il suono della sua voce, e per respirare l'aria da lei respirata, ecco ciò che gli sarebbe parso il colmo della felicità. Faustino aveva conosciuto il puro e virtuoso amore. Nella speranza di farlo dividere, apriva alle volte le imposte e si manifestava alla fanciulla, che trasaliva e imporporava le guancie, ma rimaneva al suo posto.


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Tre racconti sentimentali
di Paolo Bettoni
Borroni e Scotti Milano
1855 pagine 106

   





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