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      - Sappi che l'ho veduta un momento.
      - Chi?
      - Luigia.
      - Dove? Quando?
      - Alla finestra, poco prima della tua venuta. Io fui capace di discendere dal letto, e di condurmi fin là.
      - Imprudente! Io dovrei sgridarti per lo sforzo e per la commozione che avrai sostenuto, ma sarebbe inutile dopo il fatto. Or bene?
      - Or bene, ci siamo guardati e salutati colla più grande passione. Aimè, quale angoscia il non poterci veder più da vicino, e dirci più chiaramente quello che proviamo di piacere e di tormento. Se avessi alcun che di lei, una sua memoria da tenermi sul cuore!
      - Viva il cielo, te la procurerò io, esclamò Leonardo, come colpito da un'idea felice. Era l'idea di confortare,con una dolce illusione gli ultimi giorni di Faustino. Era un nuovo suggerimento della coscienza e della pietà che tardi e debolmente si risvegliarono. Egli prese le forbici e tagliò una ciocca di capegli del giovane, soggiungendo: Luigia riceverà questi tuoi capegli, e ne darà altrettanti de' suoi.
      - Sarebbe mai possibile! disse Faustino animandosi per quanto gli era concesso, e mutando il pallore del cadaverico volto in una rosea tinta leggiera. Sarebbe mai possibile questo ricambio! Come riuscirai ad effettuarlo?
      - Mediante la cameriera di Luigia, che io conosco e che saprò interessare a favorirci.
      Il giorno dopo Leonardo si presentò al letto di Faustino con una ciocca di capegli biondi soavemente profumata e ravvolta in finissima carta. L'anima e le forze vitali del giovane si distribuirono nelle mani, negli occhi e nelle labbra di lui, che tenevano, guardavano e baciavano quel tesoro.


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Tre racconti sentimentali
di Paolo Bettoni
Borroni e Scotti Milano
1855 pagine 106

   





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