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      ...... rispettivamente poi alla considerazione politica che l'Italia gode all'estero, egli è ad ognuno ben noto, non esser quella, negli affari europei, nè per bene, nè per male, nè per frazioni in particolare, nè in massa in un minimo calcolata; non essere l'Italia che come una grassa, ricca e vile appendice dell'infame Austria tenuta in conto; nulla rispetto alle armi, senza libertà, senza energia popolare, passiva nella sua esistenza, e degna di sprezzo, imperciocchè viene ora da tutte quelle nazioni che rozze, e barbare, furono nei secoli antichi per tanto tempo sue schiave, beffeggiata, schernita, e vilipesa mentre i venti millioni d'abitanti che possede, quei pronipoti dei gloriosi romani, oggidì neghittosi, ed abbietti, disuniti, schiavi, abbiosciati, scornati, e di gloria deficienti sono come tanti bamboli dai gabinetti europei, baloccati, aggirati, e delusi.
      Ecco lo stato d'abbiezione, di oppressione, di miseria in che si trovano venti millioni d'abitanti, cui tutti i mezzi per godere i pregi d'una buona vita e passarla felice, la natura in abbondanza provvide; ecco lo straordinario fenomeno, quello cioè di vedere l'ignoranza, rusticità, codardia e sozzura tedesca mettere il genio, valore, entusiasmo, e civilità italiana sotto i lordi suoi piedi ...... eppure questo incredibile fenomeno da molti anni pur troppo sussiste, per via della mancanza d'unione, ed energia italiana provegnente dalla continuata serie di calamità alle quali dovette da lungo tempo soggiacere; dall'ignoranza delle sue forze, ad una certa sciocca persuasione che i nemici astutamente cercavano(22) di far nascere, e nella mente dell'italiano alimentavano, cioè quella di non essere da se solo a nulla di buono capace; dalle divisioni fra provincia, e provincia, dai nemici d'Italia a bella posta eccitate, e mantenute; dalle false massime di superiorità provinciale dall'una contro l'altra nutrite; dai vizj, dal troppo amore dei divertimenti, dalle effeminatezze nelle quali erasi la parte pensante della nazione, per mezzo degl'incitamenti con molta finezza messi dai nemici in voga, lasciata trascinare; ecco da dove proviene tutta la vergogna dell'amatissima nostra patria; noi con fiducia nondimeno speriamo, che sieno in oggi tutte le illusioni, e tali cagioni di servitù svanite e riprovate; ci lusinghiamo che il popolo italiano abbia lo stato infame e vile, a chè quelle lo ridussero, finalmente conosciuto, che l'opinione di tutti gl'italiani che posseggono un cuore generoso (e non son pochi) sia tutta non men favorevole che ben disposta per l'unione, la independenza e la libertà della penisola; che ognuno sia persuaso essere quel cambiamento una necessità del paese; che ognuno conosca non potervi essere senza quelle, per chi nasce su quel suolo nessuna durevole felicità; questa buona opinione, con fondamento da noi supposta, è certamente lusinghiera, e può essere di grandissimo vantaggio alla patria, ma non già bastevole; il tempo è giunto in che debba il popolo i suoi robusti pensieri con azioni patrie forti e generose accompagnare; quando le ottime idee non sono a fatti accoppiate, inutili divengono, e come se neppure esistessero; egli è pur tempo che dimostri una volta al mondo, non essere gl'Italiani men forti, nè meno sagaci, nè meno virtuosi degli altri popoli che li circondano; che cessi di mormorare in segreto dall'abitudine e dai vizj forte incatenato; che cessi di continuare qual coniglio nella meschinità, e dappocaggine; egli è tempo che conosca la vituperevole mollezza d'animo degl'Italiani dei secoli scorsi, che da quella riconosca la rovina d'Italia, e con odio estremo l'abborisca; egli è tempo infine, che colga la propizia occasione di trarsi dall'aggecchimento, in che si trova, e corra subitamente alle armi con giuramento di quelle non deporre, finchè i nemici stranieri ed interni fino all'ultimo distrutti, non sia pervenuto a stabilire sopra una solida base l'unione, la independenza, e la libertà di quella patria, che fù dalla natura come paradiso del mondo benignamente creata.


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Della guerra nazionale d'insurrezione per bande applicata all'Italia
di Carlo Bianco di St. Jorioz
1830 pagine 508

   





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