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      Non vogliam però dire con ciò, che debbano i cospiratori tralasciar di prendere tutte quelle precauzioni necessarie, affinchè non possa il loro segreto, non che, la loro esistenza venir palesata, e conveniamo con Trajanno Boccalini, che "nelle congiure bisogna prima essere sicuro col pegno del rischio, di colui al quale si dicono" e che non debbonsi in quella scambievole paura, ch'è il vincolo delle medesime(89), di continuo mantenere. Ma solo è stata nostra mente di scemare con quelle osservazioni il troppo timore dal quale, animi non abbastanza decisi, e poco riflessivi cervelli, potrebbero lasciarsi invadere, ed impauriti dal nome di congiura, o cospirazione, e dalla(90) lettura dei pericoli, che in quelle si corrono, fors'anche a bella posta dal nostro citato autore, amplificati, ed esagerati, di compiere un obbligo per ogni Italiano sacrosanto, vilmente tralasciare.
      E quanto finalmente abbiam detto di doversi i cospiratori nelle truppe degli attuali tiranni d'Italia insinuare, ella è cosa più difficile in apparenza che in fatto; a tutti è ben noto, e gli avvenimenti nell'anno 1820, e 21, ce lo confermarono, che forti, e generose idee sono in quelle truppe germoglianti, e che la maggior parte della gioventù ardente di cui sono composte, sarà senza dubbio al primo grido di libertà, in favor della patria, e dell'uman genere, per parteggiare. Ed avvegnacchè i tentativi del 1820 e 21, i primi che da secoli si siano armatamente intrapresi con intenzioni italiane, abbiano avuto un esito infelice e disastroso, e che i capi, e maneggiatori di questi siano stati dai tiranni, che coll'ajuto della perfidia, e dello straniero rimasero vincitori, esiliati, o carcerati, o alle forche appesi; sarebbe un grave errore, perciò conchiudere, siano per essere, attualmente gli eserciti Italiani tutti di persone devote alla tirannia, ed ai persecutori d'Italia, composti, perchè i condannati, e perseguitati, non furono, che una minima parte di quella grande massa d'amatori della italica patria che prima delle succitate rivoluzioni già esisteva, e soprattutto in Piemonte, dove molti per la rapidità degli avvenimenti, che fin dal principio, il nuovo stabilimento del governo rovesciarono, neppure il tempo ebbero di manifestarsi, ed inerti od anche nelle file dei tiranni sotto apparenza di nemici astutamente se ne rimasero; di fatto il numero dei scoperti, e condannati dal tiranno ascende in Piemonte a circa tremila, ed in quel paese prima della rivoluzione più di trenta mila federati si contavano e così più o meno negli altri stati italiani accadde; un forte numero dunque di prodi militari, che amano l'Italia, ed odiano i suoi oppressori, ancora in quelle esecrande file si trova?


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Della guerra nazionale d'insurrezione per bande applicata all'Italia
di Carlo Bianco di St. Jorioz
1830 pagine 508

   





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