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      All'uopo dunque di render più breve, e più forte questa guerra, di minor danno al paese, ed il trionfo della buona causa accelerare, abbiamo noi in questo capitolo e nei seguenti le fisse, ed invariabili regole preso ad indicare, le quali dovranno sempre però essere dalla perspicacia del condottiere, alle occorenze, ai tempi, ed alle situazioni, convenevolmente applicate.
      Consisteva principalmente la tattica dei Romani, in quell'ordine profondo, che tutto col proprio peso arovesciava; ristretta la fronte, gagliardamente dirigevasi contro il centro nemico, e dalla riescita dell'urto, veniva la vittoria decisa; aperte le file sù varie righe disposte, mutuamente si soccorrevano, e quando avveniva, essere le prime dal nemico distrutte, filo filo, le altre a surrogarle avvanzavansi; era il combattimento da presso all'arma bianca, ed ogni individuo in quella poteva tutta la sua forza, e destrezza facilmente dispiegare il vantaggio godendo della superiorità sull'avversario, se meno agile, o coraggioso lo rinveniva; erano perciò in quel tempo la tattica e la disciplina, d'un'assai maggiore importanza di quanto adesso non lo siano; in breve, portato dai Romani tutto lo(112) sforzo sul centro là, il tutto si decideva, ed una volta quello rotto, la battaglia era vinta, non erano i loro projettili così efficaci come i nostri, nè avevano come questi un'azione decisiva, potevano solamente convenire per ingaggiare il principio del combattimento, e così un corpo d'esercito in rotta, non avrebbe potuto essere da quelli sufficientemente protetto.


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Della guerra nazionale d'insurrezione per bande applicata all'Italia
di Carlo Bianco di St. Jorioz
1830 pagine 508

   





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