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      omberanno. Eccolo allora in procinto di soggiacere, dovrà in tutta fretta alla poca truppa ordinata, che mantiene, un numero grande di ardenti cittadini aggregare, amanti cordialissimi della patria certamente, ma non usi alle armi, nè per anco alle veglie, alle fatiche, ed al formidabile aspetto d'una battaglia campale assuefatti, inevitabile, se il nemico la vuole, come la vorrà, e da non potersi nella guerra regolare, a piacimento schermire, senza mettere in pericolo la capitale dello stato, che deve in quell'epoca la base delle operazioni militari, formare; ed ecco l'onor nazionale, e la libertà della patria, con probabilità della vittoria in favore del nemico nelle mani della cieca fortuna commessi, che come ognun sa ben sovente li non degni ad alto leva, a basso lasciando i degnissimi. Ora, perchè al momentaneo, incerto, e probabilmente sfavorevole successo delle armi, quanto di più sacro, di più stimabile, di più caro havvi agli uomini, in battaglia avventurare, quando mettendoci, in guerra per bande, il successo non è più dubbio e possiamo con certezza, con minori rischj, sebbene con maggior tempo, soffrimenti, ed attività continua, ottenerlo? Ma non è il tempo, quando viene per il bene publico impiegato, punto da valutarsi, le fatiche, le pene, e la stessa morte quando sono per la patria, sofferte, dolcissime al cittadino dabbene riescono; ed è l'attività sommamente agl'Italiani necessaria, per poterli(118) dall'ozio ed effeminatezze in che marciscono snighittire. E siccome altra riputazione, se non quella di buoni pittori, scultori, e di saper ben trillare in una arietta, in Europa non godono; non dobbiamo per un calcolo inconsiderato, per una fretta inopportuna, la somma delle cose avventurare, quando, in altro modo, la certezza abbiamo della vittoria; la independenza, e libertà acquistate con sudori, assai più durevoli riescono, di quella, per favorevol circostanza, senza pena, e senza sangue fondata.


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Della guerra nazionale d'insurrezione per bande applicata all'Italia
di Carlo Bianco di St. Jorioz
1830 pagine 508

   





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