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      Gli uomini fino ad un tal punto, solamente sono docili, il quale non puossi, senza rovinare, da chi gli domina trascorrere. Cedono, ma d'essere avviliti non comportano, nè che alla lunga della loro condiscendenza si abusi, consentono; possono bensì i popoli avvolti tra le caligini degli errori, essere per qualche tempo, dalle fraudi dei raggiratori, ingannati, ma non mai potransi del tutto abbacinare; tostocchè del laccio che tengono al collo, pervengono ad accorgersi, se ne sdegnano, desiderano un cambiamento, ed aspettano, che senza scossa, o grave incommodo la fortuna glielo porti; ma colma finalmente la misura della loro pazienza, viene, dall'oppressione il cieco furore ingenerato, scoppia in allora ferocemente l'insurrezione, la forza s'oppone alla forza e riceve la tirannica violenza il meritato castigo; abbenchè un popolo insorgente, si trovi al primo tratto della riotta, di stretti, e scarsi mezzi d'aggressione, nulladimeno lo spirito, il cuore, l'anima energica, e pertinace possede, se da nobili sentimenti è infervorato, forza capace, al mondo, di sottometterlo non esiste; non andrà da rovesci parziali esente, ma gli stessi trionfi, e vittorie de' suoi nemici gl'insegneranno la disciplina, e gl'infonderanno un tale spirito cittadino, una tale virtuosa alacrità, che alla perfine il trabocco sarà de' suoi oppressori. Un popolo dalla speranza di formarsi in nazione unita, dall'independenza, e dalla libertà esaltato, che alla ferma volontà di acquistarle, unisca una risoluta costanza nella presa determinazione, è certo della vittoria, egli è invincibile.


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Della guerra nazionale d'insurrezione per bande applicata all'Italia
di Carlo Bianco di St. Jorioz
1830 pagine 508