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      Da evidente ragione, forza al mondo non esservi per conquistare, e tenere soggetta una popolazione di venti milioni d'abitanti bastevole, tutti gli Italiani convinti; ad acquistare l'unione, l'independenza, e la libertà della loro patria perverranno.
     
     
     
      CAPITOLO VII.
     
      SISTEMA GENERALE DI QUESTA GUERRA, E QUALI SIENO I NEMICI DA COMBATTERE.
     
      Ogni qualvolta di far la guerra si tratta, il primo pensiero, che alla mente affacciasi di chi deve in quella aver parte, oppur dirigere, di sapere si è, qual sia il nemico da combattere, e quindi la sua forza e qualità con accuratissimo studio, a parte, a parte bilicare, onde con prudente estimazione alla conoscenza di quella più debole de' suoi mezzi personali, materiali, e locali, sicuramente pervenire, e nel corso della medesima il maggior vantaggio riportarne. Ora se noi ci facciamo quali sieno i nemici d'Italia, ad indagare, purtroppo se non tutte, almeno la più gran parte delle potenze europee, essere alla felicità di quel paese opposte, verremo da tal esame convinti. Imperciocchè l'esistenza loro politica, ed independente, non meno, che la loro grandezza, e prosperità, l'origine trassero dalla caduta del romano impero, la cui possanza, ed estese conquiste, l'invidia di tutti gli stati, e l'odio generale dei barbari (di tutte le più belle contrade d'Europa conquistatori, e di quello distruggitori) contro gli destarono; quindi da loro, come massima di convenienza europea, fù stabilito di non mai permettere, che quel paese così bello, così fecondo, culla d'uomini tanto grandi, per la sublime ricordanza, tuttora riguardati con sommo rispetto, e venerazione da quelli stessi discendenti dei nemici loro, e come maravigliosi modelli di virtù rara, quasi nell'età presente, inimitabile, all'educazione della gioventù, presentati, retto venisse un tal paese nei futuri tempi da buone istituzioni. nè mai vollero gli oppressori, che fosse in un corpo solo riunito, ma bensì ognora tenuto in picciole frazioni diviso, le quali stimolate ad essere sempre in guerra le une colle altre, vicendevolmente distruggendosi, ne avvenisse ciò che pur troppo secondo l'intento loro riescì, che deboli, e privi di spirito nazionale, gl'Italiani, vili ed abbietti, in uno stato di nullità(141), da non poter nè agli stati lontani, nè ai vicini dar ombra, neghittosamente si mantenessero.


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Della guerra nazionale d'insurrezione per bande applicata all'Italia
di Carlo Bianco di St. Jorioz
1830 pagine 508

   





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