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      Egli è vero che i loro generali impiegano sempre una enorme quantità di truppe in guardie in molti luoghi inutili, ed in ciò ch'essi chiamano la catena di posti, ma non possono quelli se non per la sola speciale sicurezza del campo, certamente distendersi, e non mai ad un raggio strategico d'operazioni, perchè una linea impossibile sarebbe, e qualora poi di molto, quella catena, si dilatasse, cosa molto difficile alle bande circondanti non riescirebbe, il distruggere a poco, a poco quei posti staccati, ed il grosso dell'esercito nell'inazione insensibilmente consumare. E che si possa il nemico, ad estendere di molto i suoi raggi dal centro, costringere, non cade il minor dubbio. Supponiamo, che un esercito di trenta o quaranta mila uomini, per sopprimere l'insurrezione, ad un punto determinato si porti. Abbisognerà quello d'artiglierie, treno, munizioni da guerra, bagaglie e grasce, perchè ad un esercito(148) regolare, mantenersi senza questi mezzi, è del tutto impossibile; ed ecco il generale a stabilire costretto una base militare, vogliam dire, un centro come sarebbe una piazza forte od un campo trincerato, od un paese difeso dalla natura stessa del terreno, etc., ed obbligato, le sue operazioni al circolo de' suoi mezzi limitare. Ora, se viene in lontananza circondato, tutto quanto esiste dal suo centro alla periferia dove sono le bande, resta distrutto. E se le masse italiane, saranno da un deserto, dalle fiamme degl'incendiati virgulti, e siepi, dall'innondato piano, dal nemico separate, deve quegli coll'andar del tempo patir notabile carestìa di vettovaglie, di strami, di tutto in somma ciò ch'è necessario ad un esercito(149) regolare; ed allora gli sarà gioco forza di mandare i suoi distaccamenti, e ben numerosi, per mezzo quel lago ardente a battersi con le bande, che al di là di quello tengonlo accerchiato, onde procacciarsi di che sussistere.


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Della guerra nazionale d'insurrezione per bande applicata all'Italia
di Carlo Bianco di St. Jorioz
1830 pagine 508