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      In somma debbono le bande coprirsi da suoi attacchi, ed in ogni modo molestarlo; tirare la guerra in lungo; interrompergli le communicazioni, interdirgli i passi difficili; tendergli ogni specie d'insidie, evitando sempre dì lasciarsi cogliere nelle pianure ed essere senza la certezza della vittoria a combattere costretti; ma di monte in monte, sulle colline e nelle foreste, al passo dei fiumi, e canali, senza posa strettamente inseguendolo, nelle paludi, pantani, risaie, ed acque morte sospignendolo, ora con attacchi, ora con vere o finte ritirate, ora disperdendosi, e quindi ad un tratto riuniti di bel nuovo ricomparendo, in somma ora inquietandolo, ora togliendogli, ed ora rendendogli animo. Circospetto in una tale fisica e morale agitazione, il nemico terrassi, e quando i suoi soldati, sfiniti, indeboliti, e aborrendo la guerra, non saranno più capaci, che di un debole combattimento; furiosamente allora stretto da ogni parte ben da vicino, gli mancherà l'animo, ed in luogo donde non possa fuggire rincantucciato, dagli ardimentosi combattenti italiani verrà inesorabilmente tagliato a pezzi.
     
     
     
      CAPITOLO VIII.
     
      DELL'ARMAMENTO E VESTIMENTO..
     
      Nessuno può negare, che il primo oggetto necessario, e senza del quale non puossi la guerra intraprendere, esser debba il possedimento delle armi. Le due principali ed inevitabili necessità per menarla ad effetto, sono senza dubbio il pane ed il ferro; con quelle sole due, e con una pertinace volontà, il nemico, per forte che fosse, debellare potrebbesi; ma la mancanza di una di quelle, ad andare in rovina inevitabilmente costringerebbe.


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Della guerra nazionale d'insurrezione per bande applicata all'Italia
di Carlo Bianco di St. Jorioz
1830 pagine 508