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      Questo loro difetto tattico non potrà ch'essere di gran giovamento per noi, poichè difficilmente potranno le artiglierie nelle montagne trascinare, e senza quelle, l'esercito assueffato a crederle assolutamente necessarie, si perde d'animo, e fugge. Se poi nelle pianure le portano, dovendo a guardarle, un gran numero di truppe impiegare, poche per correre i monti glie ne rimarranno; e se là sopra a portarle pervengono, le colonne a difenderle concentrate in massa, per mancanza del necessario al sostentamento degl'individui, e per la continua molestia dalle bande circondanti arrecata loro, da sè stesse si consumeranno.
      Dice il generale san Ciro, che le bande spagnuole usavano certi piccoli cannoni, a quali davano il nome di violentos, e quelle artiglierie con una tale rapidità maneggiavano, da farle sparare almeno dodeci tiri per minuto. Non potevano invero puntarle e non ricevevano da quelle vantaggio, se non quando contro masse poco distanti le adoperavano. Oltracciò, i più agili, e robusti loro cannonieri non potevano più d'un quarto d'ora un'esercizio così forzato sostenere. Quando dagli eserciti alleati francesi e prussiani fù nel 1744 invaso il Tirolo, animato il popolo tirolese da quell'amor di patria di che diede quindi nel 1809 maravigliosi esempi, in massa si sollevò; una catena di fuochi lungo le sommità dei monti accesa, il segnale fù dell'insurrezione; le donne nei nascondigli delle loro alpi il bestiame ritirarono; gli uomini presero le armi, ed alla mancanza di cannoni, con tronchi d'alberi vuotati al didentro e cerchiati di ferro, supplirono.


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Della guerra nazionale d'insurrezione per bande applicata all'Italia
di Carlo Bianco di St. Jorioz
1830 pagine 508

   





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