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      Disgrazia è questa, quasi inevitabile, perchè prendendo l'apparenza di ardenti campioni della patria, non si possono quei cattivi, dagli altri veri, e desinteressati Italiani, distinguere. Per forza dunque trar dovrassene partito, e per renderli utili alla patria, in parte, a quelle ignobili propensioni generalmente soddisfare. Non avrà dunque il milite della patria un soldo regolare, ma una parte del bottino fatto sul nemico; tostocchè il governo provvisionale di una provincia sarà stabilito, e verrà da quello un competente soldo ai volontarj delle bande accordato, che non dovrà essere pagato, se non alla fine della guerra, dopo la convocazione del Parlamento nazionale, liberamente costituito. Questo metodo messo in varie parti della Spagna, nel tempo della guerra dell'independenza, in pratica, produsse ottimi risultamenti. Imperciocchè, da quanto dice il nostro Pecchio nella relazione degli avvenimenti della Grecia nella primavera del 1825: "Ogni individuo nei primi tempi di una rivoluzione, ha un'esuberanza di coraggio e di ardire, ha un desiderio di vendetta compressa, che non è possibile sottoporre ad un freno, nè ad una legge di disciplina. Quindi ogni individuo trova un campo più vasto, e più conforme alle sue passioni nel guerreggiare da volontario, e nel disordine, e nel tumulto delle gueriglie. Ma l'entusiasmo per natura sua è fugace, e dopo alcun tempo di sfogo, si rallenta, s'intrepidisce, la vendetta si sazia anch'essa, e l'amor della gloria langue alla fine come ogni altro amore.


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Della guerra nazionale d'insurrezione per bande applicata all'Italia
di Carlo Bianco di St. Jorioz
1830 pagine 508

   





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