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      Sarà pure nella nostra guerra di mestieri, che venga quell'uso richiamato in vigore, e che da quello solo s'alimentino le bande. Ogni qual volta nelle città, borghi e villaggi per dove si trovi passare una banda, od a portata delle sue incursioni, vi siano fondi, tanto in moneta, quanto in grani, od altri effetti al governo, che si vuol distruggere, appartenenti, debbono i condottieri in preferenza di qualunque altro mezzo, pei bisogni de' loro volontarj servirsene; ed esauriti questi, de' fondi dei corpi, confraternite, ed altre istituzioni, dovranno immediatamente servirsi, che non si trovano al soccorso dell'umanità sofferente destinati, perchè si correrebbe il rischio di lasciarli alla disposizione del nemico, e per altra parte, non possonsi ad altro miglior uso, che alla difesa della libertà nazionale, certamente impiegare.
      Quindi ai fondi comuni applicati alla polizia, e spese particolari dei paesi, lasciando sempre il puramente indispensabile pel pagamento del medico, chirurgo, maestro di scuola, ed altri impiegati, le cui incombenze sieno il sollievo, e l'istruzione del povero, si porrà mano; perchè tali fondi, all'eccezione di quanto per tali oggetti viene impiegato, e ch'è ordinariamente di poca entità, sono gli incerti dei raggiratori che hanno quasi sempre l'amministrazione del paese. Finalmente a nessun titolo, se non per l'intiera deficienza di qualunque altro mezzo, si potrà ai beni dei particolari, aver ricorso. Per la qual cosa, dovrà il condottiero aver somma cura, che questa gravosa, ed inevitabile tassa, si faccia per equitativa ripartizione, affinchè tutti proporzionatamente cole loro facoltà contribuiscano.


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Della guerra nazionale d'insurrezione per bande applicata all'Italia
di Carlo Bianco di St. Jorioz
1830 pagine 508