Pagina (209/508)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Finalmente, il condottiero, e gli uffiziali di una banda, debbono far mostra di non vedere quegli eccessi, che non giudicano essere di punir, conveniente. E se mai fossero tali, e così publici, che per la loro posizione non potessero di castigarli, tralasciare, procederanno con una molto(197) indulgente moderazione, con somma equità, con una assai chiara tendenza a risarcire, se fosse possibile, qualunque pregiudizio del terzo, cagionato dal delinquente e a far sì ch'egli stesso, della giustizia, e necessità della pena impostagli, agevolmente si convinca, e giusto quel rigore, che gliela infligge, riconosca. Negare non puossi che il sopra enunciato sistema di disciplina delle bande, altro non sia, che un rilasciamento di quello degli eserciti regolari, e che debba da per sè stesso, come un male riputarsi. Nulla dimeno egli è uno di quei mali inevitabili, il remedio proprio de' quali, il principale oggetto delle bande, distruggerebbe, e ben presto sarebbe del loro scioglimento, cagione. Egli è per conseguenza necessario, a quel male inevitabile chinar le spalle, ma per quanto fia possibile, ne' suoi effetti diminuirlo, e trarne ad un tempo quei sommi, e straordinarj vantaggi, che in una guerra d'insurrezione(198) nazionale, atto è a produrre, nella quale dovendo il tutto guadagnarsi, o prendersi, di nessun momento dev'essere(199) un male passeggiero, considerato, che, sebbene tale, tanto direttamente, al fine che quella si propone, contribuisce.
      Tutti quei capi di banda, che in Ispagna una disciplina rigida a sostenere s'impegnarono, oltrecchè non ebbero la soddisfazione di conseguire il loro intendimento, dovettero perciò i più crudi travagli, ed anche disastri, sostenere.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Della guerra nazionale d'insurrezione per bande applicata all'Italia
di Carlo Bianco di St. Jorioz
1830 pagine 508

   





Ispagna