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      Ma non debbe ella forse, di somma necessitā, indispensabile, in una guerra d'insurrezione, considerarsi? Qual penoso sentimento, non viene ingenerato, quando fassi riflessione, di dovere per mezzo di una insurrezione nazionale, l'unione, la libertā, l'indipendenza del paese, colla strage vendicarsi, di dover intraprendere cose che senza porsi, almeno in apparenza, in contraddizione con la stessa libertā, non possonsi legalmente operare; cose da non potersi senza quasi conculcare le leggi, eseguire; cose finalmente, che in tempi tranquilli, per necessarie che fossero, all'umanitā ripugnerebbero, ma che per la totale distruzione della tirannia, e dello straniero, assolutamente necessarie, ed indispensabili, nel disordine, prima del ristabilimento della calma, debbonsi del tutto eseguire? Ed infatti dopo di tale ristabilimento, non si potrebbero, senza offendere i principj del nuovo sistema, tali cose operare e facendo perdere il buon concetto ai cittadini insorti, grave danno alla causa apporterebbero. La principale di quelle operazioni, si č l'esterminio di tutti quegli uomini, che per la loro natura, circostanze, e pregiudizj, sono al cambiamento decisamente contrarj, la commistione de' quali, coi nuovi principj, impossibile si riconosce, e non sarebbe possibile, in tempo di publico riposo, legalmente liberarsene, perchč delle stesse leggi liberali (della cui protezione privarli, gravissimo scandalo cagionerebbe) farebbonsi scudo. Converrā dunque, che in mezzo alle turbolenze, ed al disordine, si spengano.


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Della guerra nazionale d'insurrezione per bande applicata all'Italia
di Carlo Bianco di St. Jorioz
1830 pagine 508