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      Massima follìa sarebbe lo sperare di poter contro questi, in battaglie campali, resistere. Fà dunque di mestieri, se gl'Italiani vogliono fermamente rendersi uniti, indipendenti e liberi, che, come gli Spagnuoli, ed altre nazioni, che pure in tal modo si liberarono, a quella guerra leggiera per bande, abbiano ricorso. E se non potrà, in siffatta guisa, impedirsi al nemico di occupare con un esercito(216), il paese, si terrà però il potere, di quello nei limiti de' suoi posti militari, tener serrato, ed un esercito(217) tanto grande per contenerlo, quanto per conquistarlo, sarà di mantenere forzato, locchè alla fine dovrà senza dubbio farlo interamente rovinare. Poichè dunque in una insurrezione, nulla sopra eserciti mercenarj puossi con giudizio calcolare, i caldi amatori della patria, cui l'animo più non regge di sofferire con pazienza le tanto lacrimevoli disavventure, cui trovasi oggidì la povera Italia, soggetta, da per sè stessi, quei mezzi giudicati necessarj a scuotere il giogo, che gli opprime, individualmente cercheranno; ed una volta che diverrà quest'idea, generale, e che sia la maggior parte degl'Italiani(218), di ciò persuaso, ne avverrà che ogni provincia, ogni città, ogni uomo, sentirà fortemente, quanto sia necessario di resistere all'avversario, e riboccante di santissimo ardore, si affretterà, senza previo accordo o estraneo impulso, a brandire le armi, e mettersi arditamente in campo. Un numero di decisi Italiani riuniti, armati, e ben determinati a far la guerra, quello, frà di loro, nel quale riconoscano maggiore capacità, condottiero costituiscano!


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Della guerra nazionale d'insurrezione per bande applicata all'Italia
di Carlo Bianco di St. Jorioz
1830 pagine 508

   





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