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      Laonde non tralascierà mai il condottiero di agire con vigore, ardimento, ed avvedutezza. Ogni qualvolta(270) in Ispagna, ad una banda accadea di riuscire in qualche felice incontro vittoriosa, molte altre nuove prendevano immediatamente il campo, e quella, che col suo esempio le aveva fatte nascere, sforzavansi di superare. Sorpreso il condottiero spagnuolo Mir nel 1809 in Espinoso del Rey, circondato in una casa con soli quindici o venti volontarj, tostocchè si vidde fuori d'ogni speranza di scampo, i compagni esortò a vendere cara la loro vita, montò a cavallo, fece aprir la porta del cortile, e con tanta intrepidezza, in mezzo ai nemici slanciossi, che un forte numero ne ammazzò, ed altri molti ne prese prigionieri. Ei perdè in quel conflitto sei o sette volontarj, ma oltrepassò i nemici, e si salvò. La sola fama di questo avventuroso successo, fece sì che in pochi giorni, più di cento, volontariamente si offersero di servire sotto de' suoi ordini, e di cavallo, armi, munizioni, insomma di tutto il necessario ben provveduti, gli si presentarono, mentre che molte altre bande, nella stessa provincia, si misero subitamente in campo.
      Vincitore ne' combattimenti di Estella, di Arcos, e di Nacaz, nei quali fù l'inferiorità del numero, dalla perfetta conoscenza del terreno, dalla sperienza degl'uffiziali, dalla intiera confidenza nel valore, non meno, che dall'amor di patria de' suoi seguaci compensata, entrò Mina nell'Arragona. Mentre che una parte delle sue forze, sotto gli ordini di Cruchaga, a Saragozza si avvicinava, egli con tre compagnie, e pochi cavalli, sorprese un distaccamento nemico di centocinquanta due gendarmi, e vent'otto soldati di cavalleria, senza, che un solo abbia potuto sfuggire.


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Della guerra nazionale d'insurrezione per bande applicata all'Italia
di Carlo Bianco di St. Jorioz
1830 pagine 508

   





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