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      Se il ponte sarà di legno, potrassi agevolmente incendiare; ma se il nemico già trovasi in tal vicinanza, che il tempo non sia per far ciò, sufficiente, si riempiranno dei battelli con materie combustibili, e dalla parte superiore del fiume, verso del basso si lancieranno, i quali, tosto giunti a poca distanza del ponte, si dovranno accendere. Se quello sarà di barche, potrassi parimente col fuoco distruggerlo, oppure lanciandogli contro, dei grandi alberi, i quali passando in mezzo alle barche, scompaginandole, ne facciano andare alcune a fondo. Battelli carichi di pietre, e di terra, e mille altre cose di questo genere, possono a quell'uopo servire. Un ponte di barche verrà con poca fatica distrutto, mandandovisi volontarj, che sott'acqua, si portino a segare le corde con che sono quelle, assieme legate, oppure ne perforino alcune che riempendosi d'acqua, vadano a fondo. Quanto si è detto pei ponti di barche, può farsi, in parte, a quei di zattere applicabile. Se l'impossibilità esiste della distruzione dei ponti di pietra, di mattoni o di legno, si dovranno con grossi tronchi d'alberi, con grandissimi sassi, con rottami d'ogni più brutta specie, interamente ingombrare; praticar molti trabocchetti; piantar piuoli in terra; i parapetti d'ambe le bande rovinare; in somma far quanto, per impedire, od almeno ritardare o molestare il passaggio, al nemico, sia per essere adatto. Non potendo le bande costruire ridotti, spalleggiamenti, etc., nessuna opera fortificata, essendo loro possibile d'avere, non possedendo sufficienti cannoni, nè una forza bastevole per opporsi al passaggio del nemico, potranno tenersi imboscate nelle selve, e foreste, che quasi sempre si trovano ai lati dei fiumi, e sorprendere i primi distaccamenti, che passano, se pur le bande si trovano in numero superiore alla colonna avversaria.


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Della guerra nazionale d'insurrezione per bande applicata all'Italia
di Carlo Bianco di St. Jorioz
1830 pagine 508