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      Ai ponti, stretti, boschi, cammini in mezzo a' paludi, strade rotte, e piene di pantani, possonsi, con successo, attaccare i convogli, soprattutto, se sono dal corpo principale del nemico, distanti. Sono pure i giorni di pioggia, o di neve, a quel proposito favorevolissimi.
      Il modo il più frequente di attaccare i convogli in questa guerra, si è quello dell'imboscata, come più facile e più sicuro. Marciando nel più grande silenzio di notti, per lo più oscurissime, senza che un bisbiglio neppure si faccia udire, recherassi il condottiero, con la sua banda, nel luogo, lungo la strada già previamente da lui stabilito. In un folto bosco, o frà macigni, etc., ei prenderà posizione, stando vigile, ed aspettando, che il nemico si presenti. Avvertito da buoni informatori, che fra un quarto d'ora, sarà quegli a tiro, dividerà il condottiero, la sua forza in quattro porzioni, cioè una per attaccare il nemico da un lato della strada, l'altra per lo stess'oggetto, dall'altra parte; collocherà una terza per attaccarlo in fronte. Tutte quante ad un tratto, fuori del bosco, saltando, con orribili grida violentemente lo attaccheranno. La quarta, che sarà la riserva, se scorge pendere, nel combattimento, la probabilità in favore degli aggressori, e non essere il suo ajuto ad una delle tre frazioni, punto necessario, sarà dal(285) condottiero, alle spalle del nemico, a tutta corsa mandata, onde tagliargli la ritirata, compire il fatto d'armi, e di tutto il convoglio impossessarsi. Se verrà quest'attacco ben diretto, e con ardimento e violenza eseguito, non v'ha dubbio che sia, contro d'una truppa regolare, certa la vittoria.


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Della guerra nazionale d'insurrezione per bande applicata all'Italia
di Carlo Bianco di St. Jorioz
1830 pagine 508