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      Vogliamo noi credere, che tutt'i comandanti, ed uomini di mare, abbraccierebbero il partito del loro paese, e quello accanitamente difenderebbero, vantaggio di gran lunga maggiore potendone sì al publico che al privato, ridondare. La marina militare italiana, inalberando la bandiera dell'unione, independenza, e libertà della patria, non rimarrebbero altri nemici da combattere, imperciocchè, sendo l'austriaca marina d'Italiani composta, e seguendo questi la via dal dovere loro indicata, si troverebbe quella potenza affatto priva di naviglio, e non sarebbe più atta ad infestare le nostre coste: anzi quelle novanta vele ci servirebbero a mantenere le comunicazioni fra un punto e l'altro del littorale, al trasporto di vettovaglie, armi, e munizioni dall'estero nei nostri porti: o nelle baie, golfi, cale, seni, verrebbero(324) onde il popolo combattente, di quanto gli bisogna, prontamente provvedere, ed altresì per caricare bande di volontarj, ed in quei punti rapidamente trasportarle, dove il nemico, trovandosi assai più debole, si possa facilmente schiacciare: quindi le bande tornando a navigare di bel nuovo, nel luogo, da dove partirono, compariranno, dove forse il nemico più non le aspetta: così, colla velocità dei movimenti, favorita dal trasporto marittimo, la loro forza in mille modi, e differenti apparenze, troverassi moltiplicata, e finalmente nella loro fuga, qualora inseguite dal nemico, saran protette e salvate. Grande addunque sarebbe il vantaggio che la marina militare potrebbe in questo modo nella guerra d'insurrezione, al suo paese arrecare, e non v'ha dubbio, che sia quella disposta, al primo grido d'unione, e libertà d'Italia, ad accorrere sotto agli stendardi di quella patria, che ha d'uopo del maggior numero de suoi figli, onde spezzare il giogo straniero, ed anche dalla tirannia domestica liberarsi.


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Della guerra nazionale d'insurrezione per bande applicata all'Italia
di Carlo Bianco di St. Jorioz
1830 pagine 508

   





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