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      Napoleone all'opposito, capitano di mente vasta, e di grandi concepimenti, conoscendo appieno che, dopo l'occupazione di tutto il territorio dello stato, della capitale, del governo, e di tutte le risorse, che alla difesa delle fortezze sono necessarie, quelle dovevano infallibilmente cadere; come oggetti secondarj capaci da contribuire alla occupazione del paese, non meno che ad assicurarne la conquista, solea considerarle. Ma se possano fra i tattici, e politici sull'utilità loro nei sistemi di attacco e difesa di uno stato in guerra regolare fra nazione, e nazione, o fra re, e re, tali nocevoli dispareri esistere; è però incontestabile che, se in una guerra d'insurrezione perviene un popolo al principio della contesa, o quindi ad impadronirsene, debbano le fortezze, di sommo vantaggio valutarsi. Imperciocchè ogni castello, rocca, fortezza, o piazza forte, potrebbero, non meno di base d'operazioni, alle bande del circondario, servire, che di deposito per le armi, polvere, vettovaglie, in somma per tutte le munizioni sì da guerra che da bocca, di punto di ritirata, qualora da ogni parte strettamente attaccate ed inseguite; d'ospedale pegli ammalati; di magazzeno pel bottino; di deposito pei cavalli; di arsenale per la fabbrica d'armi, e polvere da scoppio(331): vantaggi tutti indisputabili, che fortificando l'azione delle bande, possono la riuscita della contesa sommamente agevolare. E conversamente, di piccolo o di nessun nocumento saranno per essere le fortezze, se non si trovano dal popolo acquistate.


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Della guerra nazionale d'insurrezione per bande applicata all'Italia
di Carlo Bianco di St. Jorioz
1830 pagine 508