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      Dice Pausania, al libro sesto, capitolo diecisette, "che i primi frà tutt'i popoli furono gli Spartani, che abbiano a forza di danaro, la fedeltà dei generali nemici, di sedurre tentato, ed a maggior gloria la vittoria venale, che quella col coraggio acquistata, s'attribuissero." Ma se poscia, esauriti tutt'i mezzi di seduzione, duri vogliono i nemici alla difesa rimanere, essendo conveniente il sito, e vantaggiosa l'occupazione d'una data fortezza, giudicata, si dovrà da che vuol sorprenderla, con disegni, con modelli, per relazioni e con le proprie riconoscenze, perfettamente conoscere: quindi con una forza di molto superiore a quella del presidio, assalirla. Il più profondo secreto deve da chi comanda, essere mantenuto, ed il suo progetto, di quello in fuori, che a surrogarlo, in caso di morte, già trovisi destinato, e dai capi delle varie suddivisioni della sua truppa, in ciò che specificatamente e particolarmente loro appartenga, a nessuno, senza correre il più grande pericolo, dev'essere manifestato. Allorchè meno possano essere dai difensori prevedute, debbono le sorprese dei propugnacoli, effettuarsi. Le lunghe ed oscure notti d'inverno (dando tempo all'assalitore di giungere inaspettatamente da lontano, e fare i suoi preparativi, onde, due ore prima di giorno, dare la scalata alla piazza,) quelle operazioni notabilmente facilitano. Il vento, il freddo, la pioggia, rendendo pigre, ed intirizzite le vedette e le vegghie dei forti, a chi va per assalire, danno favore. Deve il condottiero dell'ora, in che il presidio le sue guardie rileva e recasi ai baluardi a nuove sentinelle di gente fresca posare; essere diligentemente informato, ed alcune ore prima di quel momento, quando la guardia stanca bada con minore avvedutezza alla difesa, con vigore attaccarlo.


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Della guerra nazionale d'insurrezione per bande applicata all'Italia
di Carlo Bianco di St. Jorioz
1830 pagine 508

   





Pausania Spartani