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      Potrebbersi pure questi attacchi, di pieno giorno, intraprendere: ma della decisa superiorità della propria truppa e debolezza dell'avversa che senza pericolo di forte resistenza, si potesse ridurre, sarebbe di averne la certezza, mestieri. Per mezzo dell'astuzia e stratagemmi, puossi vincere la forza. Erodoto(341), al libro sesto, ci dice che buono, come abbiam ricordato e legittimo, qualunque mezzo potesse farli trionfare, gli Spartani consideravano, nè come cosa sconvenevole, usare della perfidia, nè la fede col nemico violare, per delitto avevano, quando della patria si trattava. Nel caso in che noi ci troviamo e nel sistema della nostra guerra, noi pure aver dobbiamo alle massime degli Spartani ricorso. E per impadronirsi d'un propugnacolo, non solo cercherà il condottiero di distruggere colla forza aperta il nemico, ma ben anche d'armi avvelenate, di carcasse, di razzi alla congreve etc., a tal proposito, maestevolmente si varrà. Porrà opera inoltre onde materie fetide, sieno nella fortezza introdotte e che dalla morbosa loro infezione, appiccaticcie infermità, e maligna peste conseguano: con cautela i ruscelli(342), fontane, sorgenti, polle, insomma le acque tutte capaci a dissetare i difensori, dal loro ordinario corso devierà, o se fia che alcune lascii in quella penetrare, somma userà deligenza onde sieno previamente attossicate, e dolorosa subitanea morte a chi ne beve, succeda. Con astuzia farà sì, che i soldati stessi del nemico, da promesse, e regali sedotti, tolgano ai più influenti capi, agli uffiziali superiori, ed anche ai subalterni, la persona; ma dovrà sempre stare all'erta di non venire ingannato da chi, egli ingannare intenda.


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Della guerra nazionale d'insurrezione per bande applicata all'Italia
di Carlo Bianco di St. Jorioz
1830 pagine 508

   





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