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      Molti altri sarebbero i stratagemmi, e le astuzie che indicare si potrebbero: solamente però di raccomandare la lettura di Pollieno, e Frontino che a lungo scrissero su di tal oggetto, ci contentiamo.
      Del modo di occupare una piazza per accordo particolare con qualche individuo, che apra le porte, ed in quella le bande di soppiatto introduca, a ragionare tuttavia ci rimane. Nella guerra nazionale in cui le più grandi, le più forti passioni dell'uomo trovansi con violenza eccitate, qualche astuto infingitore, che dal manto dell'ipocrisia coperto, serva per qualche tempo al nemico, e quindi un bel giorno, nelle mani della patria quella fortezza consegni, troppo malagevol cosa al certo non sarà di rintracciare, sopra tutto se si trova essere una piazza, in che d'abitanti civili numero competente, vi sia. In caso poi, che nessuno vi esista dalle sublimi passioni figlie dell'amor di patria stimolato, dovrà il condottiero a quelle persone appigliarsi, che dall'affetto per l'oro signoreggiate, od incostanti, o di una smisurata ambizione abbondevoli, o da un'odio violento, e cieco, o dal desiderio di vendetta, essere trasportate s'avvegga, le quali baloccando, lusingando e vezzeggiando, potrà per loro mezzo, la fortezza ottenere. Somma diffidenza nelle persone, accuratezza nell'esame delle proposizioni, saranno dal condottiero impiegate, ostaggi, deposito dei beni nelle sue mani, da quei che debbono servirlo, come guarantigia della loro buona fede, non mancherà di richiedere, doviziose rimunerazioni in caso di buon successo, minaccia di esemplare castigo, e di morte infame in caso di rovescio, apertamente profferirà.


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Della guerra nazionale d'insurrezione per bande applicata all'Italia
di Carlo Bianco di St. Jorioz
1830 pagine 508

   





Pollieno Frontino