Pagina (389/508)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Nulla dimeno se uno o più dei sopramentovati casi avvenissero, che la piazza in rischio certo ponessero di soggiacere alla forza maggiore; allora una generale e vigorosa sortita, gli sarà di tentare permesso, ed in quella, quanti più nemici cadrangli tra le mani, esterminando, e quindi colla sua truppa e cogli abitanti correre in bande ai monti, oppure con deciso accanimento combattendo, gloriosamente morire. Solo però nell'estremo caso, dovrassi alla generale sortita ricorrere e dopo aver date le disposizioni, affinchè all'entrar del nemico nella fortezza, tutte ad un tempo scoppino le mine, ed allora, allora ne venga quella dalle fondamenta distrutta. Non trovando, in tal modo, il nemico nulla che di giovamento esser gli possa, in un'ammasso di rovine soltanto consisterà la sua faticosa conquista.
      Onde in possesso della nazione insorta, possa una fortezza cadere, converrà che i soldati stessi, dal tiranno, od invasore, alla sua difesa comandati (accortisi la vera gloria nel contribuire alla publica felicità e non all'oppressione consistere) vergognandosi di contro la loro patria adoperarsi, agli oppressori disubbidiscano, e per la buona cosa si dichiarino; che dagli abitanti renitenti, i soldati soverchiati, e compressi, vengano all'arrendimento costretti, e sian le porte ai veri Italiani sbarrate; che i civili e i militari sullo stesso oggetto d'accordo, a gara l'ingresso favoriscano nei modi già indicati o che per ultimo, improvvisamente si occupino, se come inservibili dai tiranni tenute, e nella nostra guerra, di somma utilità(347) considerate, facilmente (non avendo gente alla difesa) sorprese dalle bande esser possano.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Della guerra nazionale d'insurrezione per bande applicata all'Italia
di Carlo Bianco di St. Jorioz
1830 pagine 508

   





Italiani