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      Farassi insomma da quegli abitanti temere, e per ovviare alla commistione dannosa in tal circostanza dei cittadini colla truppa, tutt'i meccanici del paese tenendo pel servizio della fortezza salariati, in continuo lavoro intratterralli. Altri al servizio dei forni, dei magazzeni e degli ospedali separatamente destinerà; tutti, a recar cibo e bevanda ai soldati che sono alle mura, alle porte, alle poterne, alle guardie avvanzate, previamente scelti, troveransi in continuo movimento. Quanti rimangano degli abitanti, in tante squadre, quanti quartieri vi sono nella(355) città, dovrà ordinare. Resteranno questi continuamente di guardia, ma solo un terzo alla volta d'attivo servizio, onde l'incendio della città, prevenendo, impedire; di molle, crocchi, accette, scale e secchie muniti, le palle roventi dal nemico gettate, raccoglieranno, onde nell'acqua che a quell'uopo, in ogni casa si terrà, tosto s'immergano, i progressi delle fiamme da una casa all'altra (che pure colle pompe cercheranno di spegnere) tagliando, rovinando, rompendo, opportunamente si arrestino. Ogni squadra dovrà del suo quartiere occuparsi, e solamente in un caso urgente, e per ordine del comandante, potranno alcune volte, i varii terzi in riposo, essere, in un punto determinato, fuori del loro quartiere, chiamati e riuniti. Con severità quest'ordine mantenuto, ciascun abitante disarmato, al suo quartiere confinato, non potrà i volontarj con artifizii sedurre, e nemmeno, il suo timore, malcontento e cattive intenzioni agli altri concittadini comunicando, portar nocumento alla causa e la difesa impedire.


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Della guerra nazionale d'insurrezione per bande applicata all'Italia
di Carlo Bianco di St. Jorioz
1830 pagine 508